Birtolo, Marco Stefano
Democrazia e secolarismo. Il pluralismo religioso nelle società multiculturali [Tesi di dottorato]
Università degli studi del Molise, 2013-06-17T10:28:20Z

Riconoscere che i concetti di laicità e secolarismo possiedono un’origine e uno sviluppo condizionato dalla cultura occidentale e dal cristianesimo significa prendere in considerazione l’eventualità di un ripensamento della distinzione tra ordine politico, religione e diritto nelle democrazie multiculturali e multireligiose. L’obiettivo di questo lavoro è mettere in discussione una concezione neutralista del secolarismo, alla cui base vi è il convincimento per cui l’esclusione dell’elemento religioso dalla sfera pubblica e normativa sono garanzia di eguaglianza in un contesto caratterizzato dal ‘fatto del pluralismo’. Pertanto abbiamo analizzato il pensiero di due fra i più influenti filosofi politici, John Rawls e Jürgen Habermas, portavoci di una visione neutralista del secolarismo, e le critiche a essi rivolte da alcuni teorici del multiculturalismo – Bikhu Parekh e Tariq Modood –, che propongono, invece, l’abbandono della retorica della neutralità nella costruzione della sfera politica e normativa. Di conseguenza questi ultimi si rivolgono con maggiore apertura rispetto alle richieste provenienti dagli individui appartenenti a minoranze religiose e culturali, senza respingerle sulla base della loro natura culturale o religiosa. Al contrario, in particolare quando tali richieste di riconoscimento riguardano aree rilevanti della vita degli individui, come possono essere la famiglia, il matrimonio, le questioni ereditarie ecc., ossia aree in cui la natura culturalmente condizionata di alcune istituzioni è maggiormente visibile, viene presa qui in considerazione la possibilità che esse possano essere regolate e gestite in maniera differente. A tal proposito si è approfondita la proposta di far fronte a queste richieste attraverso l’adozione di sistemi di pluralismo normativo, con una particolare attenzione a un esperimento avviato in Gran Bretagna, che prevede per le comunità religiose la possibilità del risolvere le proprie controversie in materia di diritto di famiglia in tribunali arbitrali religiosi, che tuttavia operano sotto il controllo indiretto delle corti inglesi. La descrizione di questo caso è stata finalizzata a mettere in luce la necessità di ricercare nuovi strumenti coerenti con la visione del secolarismo che abbiamo cercato di proporre, ossia di una laicità che di fronte alle nuove istanze presenti nei contesti culturalmente e religiosamente plurali, piuttosto che arroccarsi dietro la convinzione che si possa garantire uguaglianza solo se si dà una sfera pubblica e normativa neutrale e che vi sia una soluzione razionale ai conflitti tra valori, tenta di accogliere la diversità nei suoi propri termini, andando alla ricerca di nuovi strumenti teorico-politici. Infatti, i canali di partecipazione attraverso i quali i sistemi democratici hanno cercato d’integrare la diversità non sembrano riuscire a far fronte alle richieste provenienti da individui che non si riconoscono a pieno titolo nella cultura della maggioranza. Ciò significa pensare a nuove strategie d’inclusione – di cui il pluralismo normativo può essere un esempio –, se si vogliono garantire proprio quei presupposti di valore che la democrazia promuove, ossia il pluralismo e l’eguale libertà di tutti i cittadini.

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Monceri, Flavia


Tesi di dottorato. | Lingua: it. | Paese: | BID: TD15056875