Le recenti evoluzioni e rivoluzioni nello scenario socioâpolitico europeo, la crisi economica vissuta oramai da qualche tempo a livello internazionale, i nuovi venti di guerra e i quotidiani allarmi terroristici che scuotono i confini e il cuore del Vecchio Continente hanno portato lâUnione europea, i suoi cittadini e i suoi Stati membri a confrontarsi, oggi ancor di più rispetto a prima, con un fenomeno migratorio interno ed esterno senza precedenti. Ciò è da attribuirsi in primis alla crescente mobilità dei cittadini degli Stati membri che, nellâesercizio delle loro libertà fondamentali, decidono con frequenza sempre crescente di trasferirsi, a titolo definitivo o temporaneo, in altri Stati, europei e non, in cerca di opportunità lavorative, di studio o per ragioni sentimentali, familiari e personali. Il secondo fattore, per numero e rilevanza, riguarda il costante flusso migratorio che annualmente spinge in Europa più di un milione di immigrati per motivi di studio, lavoro o di famiglia, i quali di frequente finiscono con lo stabilirsi in maniera definitiva in uno Stato membro e ivi formarvi una famiglia. A questi si aggiungono, poi, un numero drammaticamente crescente di richiedenti asilo, in fuga da conflitti armati, persecuzioni, genocidi, disastri umanitari e guerre etnico-religiose, che si riversano sulle sponde europee nella speranza di un futuro nuovo e migliore. Questa nuova Europa, rectius Unione, è pertanto inesorabilmente destinata a diventare sempre più multietnica, plurireligiosa e multiculturale, miscela e palcoscenico di confronto (se non di potenziale scontro) tra popoli e tradizioni eterogenei, religioni e usanze distanti, consuetudini e costumi giuridici e sociali tanto diversificati tra loro. Dinnanzi alla conseguente diffusione di una pluralità di modelli e istituti di diritto familiare e successorio, più o meno distanti rispetto a quelli tradizionali e nazionali, al crescente numero di controversie transfrontaliere, e a un contesto normativo e giurisprudenziale in perenne evoluzione e mutamento, i rimedi offerti dai sistemi nazionali di diritto internazionale privato si sono rivelati aimè inadeguati; ciò a causa dellâincerta ed eterogenea determinazione della competenza giurisdizionale e individuazione della legge applicabile alle singole controversie transnazionali, nonché delle barriere frapposte allâautomatico e/o semplificato procedimento volto al riconoscimento e/o allâesecuzione di provvedimenti giudiziali, atti pubblici e transazioni in materia familiare e successoria formati oltre confine. Degna di riflessione appare la circostanza, niente affatto casuale, che lâinteressamento del Legislatore europeo verso la materia familiare e successoria sia coinciso temporalmente con la più grande crisi economica dal dopo guerra. Forse, come sottolineato da eminenti studiosi, è stata proprio questâultima a determinare il superamento degli ostracismi nazionali e a favorire la confluenza della volontà degli Stati membri, o almeno di una maggioranza di essi, verso la necessaria corroborazione degli strumenti di tutela transnazionale e di cooperazione inter-giudiziale. La presa di coscienza da parte degli Stati dellâUnione e la conseguente percezione dellâurgente necessità di trovare una risposta unica e comune a tali problematiche ha portato, negli ultimi tre lustri, alla creazione e al rafforzamento di strumenti internazional-privatistici e di cooperazione volti, in primis, a garantire il mutuo riconoscimento delle decisioni giudiziali nei principali settori del diritto successorio e di famiglia â tra cui filiazione, allentamento e/o scioglimento del vincolo matrimoniale, regimi patrimoniali, obbligazioni alimentari e responsabilità genitoriale â e, in secundis, alla determinazione della competenza giurisdizionale e della legge applicabile alle controversie transfrontaliere attraverso criteri predeterminati e condivisi, tra i quali assumono una posizione apicale lâautonoma scelta delle parti e il criterio dinamico della residenza abituale. Tale rinnovato processo normativo è stato caratterizzato dallâabbandono dellâallora tradizionale strumento intergovernativo del trattato, un tempo necessario a causa della mancanza di competenza della Comunità e subordinato allâadesione e alla ratifica da parte dei singoli Stati partecipanti, in favore del crescente e privilegiato ricorso allo strumento del regolamento comunitario, la cui adozione in ambito familiare è stata resa possibile grazie alla nuova base giuridica offerta dallâart. 81 TFUE. Tali regolamenti, in determinati casi, si sono affiancati a previgenti convenzioni di diritto internazionale privato, complementandone il dettato normativo, mentre, in altri, hanno inciso per la prima volta, in maniera più o meno mediata, su materie e istituti considerati tradizionalmente prerogativa esclusiva del Legislatore nazionale. Tra questi si annoverano il regolamento c.d. di Bruxelles II bis, che introduce norme uniformi in tema di competenza giurisdizionale, riconoscimento ed esecuzione delle decisioni in materia matrimoniale e di responsabilità genitoriale; il regolamento n°1259/2010, adottato attraverso il necessario e inedito ricorso alla cooperazione rafforzata, avente il fine di assicurare lâindividuazione rapida e intuitiva e la scelta da parte dei coniugi della legge applicabile a procedimenti di allentamento e scioglimento del vincolo matrimoniale; il regolamento n°4/09, relativo alla competenza, alla legge applicabile, al riconoscimento e allâesecuzione delle decisioni e alla cooperazione in materia di obbligazioni alimentari; le due proposte di regolamento in tema di regime patrimoniale dei coniugi e di effetti patrimoniali delle unioni registrate, la cui adozione tuttavia si è rivelata ad oggi impossibile a causa del mancato raggiungimento del necessario e unanime consenso degli Stati membri; nonché, incidenter tantum, il regolamento n°650/2012, in tema di legge applicabile, riconoscimento ed esecuzione degli atti successori, lâunico per la cui adozione è stato possibile ricorrere alla base normativa dellâart. 81, par. 2 TFUE, aggirando in tal modo lâostacolo del requisito dellâunanimità . Il presente lavoro tenta dunque di analizzare il quadro normativo attuale di diritto internazionale privato dellâUnione europea, offrendo unâanalisi comparatistica, sistemica, teleologica e testuale delle discipline dettate dai suddetti regolamenti internazional-privatistici di famiglia dellâUnione, al fine di individuare e valutare lâesistenza e lâefficacia di scelte diffuse e coerenti adottate dal Legislatore in tema di competenza giurisdizionale, esecuzione, riconoscimento e legge applicabile e di interrogarsi conseguentemente sulla possibile, e forsanche già avvenuta, nascita di un diritto di famiglia europeo e/o di un unico e unitario sistema di diritto internazionale privato di famiglia dellâUnione europea. Ampio spazio è altresì dedicato allâanalisi permeante della giurisprudenza, spesso creativa, delle corti europee e, in misura minore, dei tribunali nazionali, nellâinterpretazione e applicazione dei regolamenti in oggetto. Lâeterogenea posizione assunta da operatori e teorici del diritto circa lâopportunità e le concrete modalità attraverso cui regolamentare sistematicamente e uniformemente il diritto internazionale di famiglia in seno allâUnione rendono lâoggetto della presente ricerca il terreno di una delle sfide più affascinanti sul quale gli ordinamenti nazionali e il Legislatore europeo sono chiamati oggi a confrontarsi. Il successo, o fallimento, dipenderà dal modo in cui questa Unione sarà in grado di affrontare molteplici e nuove sfide non più legate a questioni attinenti esclusivamente al funzionamento del Mercato interno, bensì allâorganismo embrionale su cui ogni società si fonda e in cui i singoli individui trovano rifugio in tempi di crisi: la famiglia. Da ultimo, il presente lavoro è arricchito da un Annex, redatto in lingua inglese, avente ad oggetto la disamina della disciplina europea della c.d. International Child Abduction, basata su unâanalisi del dettato normativo vigente e del rapporto di complementarietà intercorrente tra la Convenzione dellâAja del 1980 sulla sottrazione internazionale dei minori e il regolamento n°2201/03, nonché su unâindagine critica sulle origini, i motivi e le conseguenze della frattura, ancorché parzialmente ricomposta, verificatasi nella giurisprudenza delle Corti europee.
Autore:
Romano, Luigi
Titolo:
Profili di diritto di famiglia nel diritto internazionale privato dell'Unione europea [Tesi di dottorato]
Pubblicazione:
Università degli studi Roma Tre, 2016-06-20
Abstract:
Note:
diritti: info:eu-repo/semantics/openAccess
Autori secondari:
Carrascosa González, Javier
Caggiano, Giandonato
Caggiano, Giandonato
Altre varianti del titolo:
Tesi di dottorato. | Lingua: it. | Paese: | BID: TD18017454
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